Nei gruppi di crescita, il gruppo si pone, in aggiunta al terapeuta e al cliente, come “terzo elemento” della relazione, rappresentando una risorsa ulteriore: permette ai partecipanti di osservare e comprendere meglio le proprie modalità relazionali in un contesto più ampio e complesso rispetto alla semplice interazione diadica col terapeuta.

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l percorso di psicoterapia e di crescita personale può avvenire non unicamente in un setting individuale, ma anche in un setting di gruppo: il terapeuta si rapporta non solo ad uno, ma ad un certo numero di clienti nell’ambito di una seduta di gruppo.

La modalità di conduzione di un gruppo varia in relazione al modello teorico di riferimento del conduttore; non tutte le terapie di gruppo rispondono alle stesse esigenze e funzionano secondo gli stessi principi.

Se facciamo riferimento al modello gestaltico l’accento viene messo sulle dinamiche di gruppo e sui vissuti emotivi dei componenti, con una centratura sulla realtà presente, sul “qui e ora”.

Il gruppo si pone, in aggiunta al terapeuta e al cliente, come “terzo elemento” della relazione, rappresentando una risorsa ulteriore: permette ai partecipanti di osservare e comprendere meglio le proprie modalità relazionali in un contesto più ampio e complesso rispetto alla semplice interazione diadica col terapeuta. 

L’osservazione delle interazioni degli altri componenti, e di quelle del gruppo nel suo insieme, permette di acquisire informazioni significative; secondo l’approccio gestaltico le dinamiche interattive del gruppo sono, infatti, un elemento fondamentale del lavoro di gruppo.

In questo quadro, Il lavoro di gruppo vede la persona in costante interazione e con gli altri e il setting di gruppo costituisce un ambiente privilegiato, all’interno del quale i partecipanti, supportati dalla presenza del conduttore che coordina le attività, possono sperimentare una situazione che li aiuti ad adottare comportamenti spontanei e ad esprimersi liberamente.

l fine ultimo delle sedute di un gruppo a mediazione gestaltica si identifica con il raggiungimento della consapevolezza delle proprie dinamiche interne ed interpersonali e con l’espressione, in un ambiente protetto, di sentimenti ed emozioni; si tratta di un’esperienza creativa che sottostà ad una serie di accordi, concordati in modo esplicito, riguardo alle finalità del gruppo e ai diritti e le responsabilità di coloro i quali vi prendono parte (Benson, 2004).

Il gruppo a mediazione gestaltica è caratterizzato una serie di regole, tra cui possiamo ricordare: tempo fisso a disposizione, puntualità, necessità di un atteggiamento di discrezione e confidenzialità tra i partecipanti, astinenza di relazioni sessuali tra  i componenti ed esclusione di osservatori casuali (Manucci, Di Matteo, 2004). Inoltre, è auspicabile che i componenti non si frequentino al di fuori dal setting: potrebbe nascere difficoltà a lavorare in modo efficace una volta che, con una maggiore conoscenza nel quotidiano, diventi più difficile “proiettare” sull’altro elementi del proprio vissuto.

In conclusione, possiamo affermare che il lavoro terapeutico effettuato in un gruppo a mediazione gestaltica rappresenta “un processo attraverso il quale venire incontro alle particolari esigenze relative ai bisogni individuali e di gruppo, basato su una visione della persona come entità in costante interazione e rapporto con gli altri” (Benson, 2004, 23).