Quanti modi esistono per “catalogare”le persone? Quanti schemi, griglie e classificazioni conosciamo (e adoperiamo) per inquadrare chi, per sua natura, è non-inquadrabile?
Sono curioso di vedere quanti me ne vengono in mente (più o meno seri, più o meno dialettali, più o meno psicologici, più o meno).
Inizio con lui, perchè mi sta particolarmente a cuore. Si…perchè la piacevole sensazione di riconoscersi, di avere la sensazione di essere “visti” leggendo e fidandosi delle parole del miglior astrologo della piazza, mi da sempre una certa quota di soddisfazione. E capiamoci: quello che io leggo del mio segno è vero perchè è del MIO SEGNO: se leggo le stesse identiche parole, che si trovano però come caratteristica della Vergine, quello che ho appena letto “non mi somigghia pè niente“. E no, non credo agli oroscopi. Ma si, mi affascinano. Lo stesso sentimento che provo per le sirene e gli unicorni.
1) L’oroscopo: tutti sappiamo cos’è (lo sappiamo tutti che i Capricorno vanno evitati come la peste e i Sagittario maschi sono protagonisti e padroni della scena): e ho sentito gente che cerca il partner in base al segno.
E vediamo un pò come va a finire ‘sto 2018.
2)La classificazione in base al colore dei capeli: i “peli rosci” (trad: “coloro che hanno i capelli rossi”): in alcune zone è prassi avere la ferma convinzione che “lu mej rosc’ a’ccis’ la mamm e lu patr” (trad 2: “il miglior rosso (quello migliore, il più buono di tutti i rossi), ha ucciso il padre e la madre”), che magari affonda nella convinzione medievale secondo cui, se avevi i capelli rossi (ed eri donna) eri chiaramente e iniscutibilmente una strega. Nel dubbio, era meglio metterti al rogo. In fondo il diavolo era stato bruciato via.
3) Le classificazioni ayurvediche: vada, pitta e Kapha (clicca qui e scopri che costituzione sei). Per la cronaca: ho appena scoperto di essere un Dosha Khapa.
4) Le classificazioni umorali di Ippocrate di Coo: bile gialla, bile nera e flegma
5) La frenologia: il medico tedesco Franz Joseph Gall sosteneva che fosse possibile definire le qualità psicologiche di una persona esaminando la conformazione del suo cranio. Qui il CICAP ci regala una descrizione con annesse e ovvie critiche.
6) Poi mi raccomando a:
– Arcate sopraccigliari sporgenti
– Asimmetria cranica
– Altezza anormale del cranio
– Zigomi grandi e sporgenti
– Mandibola grande
– Alluce spostato dalle altre dita del piede
– Orecchie a forma d’ansa
– Fronte sfuggente e bassa
– Pelosità animale
perchè Lombroso ha la ferma convinzione che sia un criminale nato (fonte: http://www.tuttomisteri.it/cesare-lombroso/).
7) L’enneagramma: ovvero una classificazione “caratteriale” che non ha nomi, ma numeri: una chiave di lettura che trovo particolarmente affascinante.
7/bis) Non sto citando le classificazioni in base ad etnia e religione, perchè sarebbe davvero molto scontato.
8) Tutta la classificazione psichiatrica;
Tutte le classificazioni più o meno psicologiche che organizzano le persone in base a:
meccanismi di difesa;
postura;
tensioni muscolari;
fissazioni in varie tappe dello sviluppo (“sei un tipo orale, anale o fallico“);
Vegani e carnivori (for ever green).
Mods e Rocker.
Metallari e paninari. Tanto se sei passato per gli anni 80 sai di cosa parlo.
9) Le rune.
…. e via discorrendo.
Credo che le classificazioni, si portino dietro (chi più e chi meno) un concetto abbastanza comune e diffuso certe volte inconsapevolmente attuato: il pregiudizio. www.Treccani.it ce lo descrive cosi:
“Idea, opinione concepita sulla base di convinzioni personali e prevenzioni generali, senza una conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, tale da condizionare fortemente la valutazione, e da indurre quindi in errore (è sinon., in questo sign., di preconcetto)”
Quello che io immagino che il pregiudizio abbia enormi radici culturali: per dirne una: alle Isole Tonga, che pregiudizi potranno mai avere su quelli con i capelli rossi?
E in Irlanda o più in generale nel Regno Unito? Clicca qui per sapere quanto fossero amati.
Arrivo ora al senso dell’articolo (e si… a me piace sempre fare Molfetta – Potenza via Hollywood).
La domanda diventa: a che serve classificare? Catalogare, omologare, inquadrare, incasellare?
La risposta, dal mio punto di vista, e tralascio il fatto che i pregiudizi e le classificazioni citate siano più o meno frutto di ignoranza (non è importante per il senso che voglio dare all’articolo, la risposta che sono riuscito ad immaginare è: METTONO ORDINE. Ordine nel caos. Ordine nel marasma ambientale. Più ordino, più ho tutto sotto controllo. Tutto è più prevedibile. Prevedibile è rassicurante.
C’è un proverbio che dice: “fortunato il soldato che può vedere in faccia il suo nemico“.
Durante la guerra in Vietnam, i Marines americani mentre marciavano (molto poco felicemente) nella jungla, si trovavano frequentemente nella condizione di avere a mezzo metro da loro, un numero imprecisato di Charlie. I Viet Cong. Naturlamente pronti a tutto pur di respingere gli invasori: i Marines però, a causa del fitto fogliame non erano in grado di effettuare alcuna valutazione in merito: non sai se ci sono, dove sono e quanti sono. Sai solo che appena possono ti sparano. E se non erano Viet Cong erano buche con aculei avvelenati dove poter precipitare, bombe a mano nascoste nei guardi, e trappole primitive in generale. Oppure potevano essere tigri.
“Ci sono i Charlie? Ma quanti saranno? Ma sono distanti o ci alitano sul collo? E le trappole? Dove saranno posizionate? Chi sarà lo sfortunato che ci incapperà? Ci rimetterà le gambe e basta, oppure morirà? E se non dovesse morire come lo trasporteremo fuori da questo inferno?”
Qui c’è un piccolo campionario di quanto fossero creativi i Viet Cong.
E allora i bravi americani che cosa pensavano bene di fare per eliminare il fogliame che ostruiva la vista e sicuramente celava i subdoli Viet?
e si… il Napalm era un amico fidato. Dipanava ombre e perplessità. Oltre che eliminare qualsiasi cosa vivente si trovasse lì nello sfortunato lì ed allora.
Il pregiudizio funziona in maniera identica al Napalm. Rende conoscibile, chiaro e facilmente visualizzabile. Tutto quello che può spaventarmi: toglie di mezzo l’incontrollabile. E questo placa la paura o la preoccupazioni. E le paranoie, creano muri.
Questa vita è una Jungla.